La Consueta Dimensione Umana

Nell’osservare le fasi evolutive della crescita del genere umano, cerco di fermarne dei “momenti” mostrando di loro quelle caratteristiche che più mi colpiscono.Dalla nascita, alla maturità alla vecchiaia, l’uomo attraversa la vita operando azioni e sentimenti, concetti e parole, tutte veicolate attraverso i propri corpi, i propri volti.

Il corpo che ci appartiene è come una scatola che contiene l’intima sostanza dell’essere umano; o più opportunamente potrei dire che la sostanza che siamo, sceglie di manifestarsi attraverso un determinato corpo-forma.

Ogni corpo è un insieme di forme non speculari ma complementari, che si manifestano attraverso precise regole di equilibri. L’osservazione della natura mi porta a credere che nel mondo in cui viviamo esista un intimo linguaggio sub strutturale fatto di forme elementari, in cui la purezza è alla base di un’espressione universale del cosmo.

Questa sensazione, che potrei definire “intuizione”, trova testimonianza sul piano storico, dallo studio della storia dell’ Umano e delle sue tradizioni.

Questi studi sembrano rivelare un moto e un’intenzione comune a tutte le civiltà succedutesi nei secoli, cioè quella di stabilire un contatto con il Se interiore, o per così dire, il tentativo di comunicazione con un’Entità Divina o un Ordine Superiore; manifestazione del Cosmo in Terra.

Una forma di Armonia ritrovata dall’uscita dal Caos.

La città testimonia, sul piano antropologico, l’identità di una civiltà.

Dallo studio delle città cosmogoniche, la più antica testimonianza di aggregazione di comunità, emerge che l’individuazione del luogo fisico nel quale ergere la città, del suo orientamento rispetto i punti cardinali, e della disposizione delle abitazioni civili e dei luoghi di culto, rispettavano le informazioni trasmesse dalla lettura del Cosmo, inteso come Sfera Celeste; tramite di comunicazione tra l’Umano e il Divino, protettore delle civiltà stesse.

Queste stesse caratteristiche le ritroviamo sul piano grafico, nella progettazione delle cosiddette CITTA’ IDEALI, di matrice Rinascimentale, nelle quali si ritrovano tutta una serie di elementi che rielaborati, danno ogni volta origine a nuove architetture di città.

Gli elementi grafici che ritroviamo in tutte le civiltà, elaborati in modi diversi, sono:

IL CERCHIO- IL QUADRATO- LA LOSANGA- IL PUNTO- IL CENTRO, mentre lo studio semiologico di termini quali: CITTA’- COSMOGONIA- COSTELLAZIONI- FORTEZZA- LABIRINTO- OMPHALOS- OMBELICO- PUNTI CARDINALI- TEMPO, ci dimostrano che esiste una stretta connessione tra i loro significati storici e simbolici, e la loro costante ripetizione nel tempo.

Molti elementi costitutivi delle città medievali, prendono in prestito la disposizione strategica degli accampamenti di guerra degli eserciti dell’antica Roma; come diversi attributi identificativi delle città del Medio Oriente, sono fonte di ispirazione e di conoscenza per le civiltà dell’Occidente.

Alla luce di quanto sopra, si potrebbe evidenziare il fatto che i Luoghi in cui noi oggi viviamo, le città, i piccoli centri, i luoghi sacri dove pratichiamo la nostra fede, i monumenti che testimoniano il nostro passato, sono tutti collegati tra loro nello spazio e nel tempo, da antichi legami di tradizioni storiche, che suggeriscono un possibile tempo passato in cui l’Uomo si esprimeva attraverso un unico linguaggio arcaico, IDENTICO ovunque.

Per citare un passaggio dal libro”Le Città Antiche Cosmogoniche”di G. della Pergola “… è immaginabile una lunghissima stagione durante la quale l’uomo ha posseduto un unico universale linguaggio arcaico, che si manifestò sotto la forma di una “diaspora primordiale” attraverso ideogrammi e pittogrammi, all’incirca identici ovunque.”

Stagione che forse si ripete nel presente, rintracciata nella lettura delle strutture costruttive dei luoghi in cui viviamo e delle forme attraverso cui ci esprimiamo; nonché nell’ indagine delle forme in natura.

Le domande intorno alle quali si potrebbe sviluppare un ragionamento sono:

1) Il passato si ripete nel presente nonostante i linguaggi modifichino la loro apparenza?

2) Le costanti che riguardano il ripetersi degli eventi storici, si esprimono forse attraverso le stesse forme di sempre?

3) Possono le civiltà, apparentemente tanto diverse tra loro, comunicare parlando una sola lingua fatta di simboli?

Rendersi conto del fatto che in un’epoca in cui molte dinamiche stanno vivendo un’inversione di rotta, dove l’ago della bilancia oscilla alla ricerca di un nuovo punto di equilibrio, e dove le nuove generazioni si trovano a vivere un salto epocale senza aver avuto la possibilità di metabolizzarlo, potendone così distinguere il passato dal presente; immaginare che possa esistere la possibilità di ritrovare un linguaggio comune a tutti, che non si sottometta alla logica delle differenze razziali piuttosto che di sesso e di provenienza, potrebbe rappresentare il ri-trovamento di un nuovo, ma tutto sommato antichissimo, equilibrio che potrebbe restituire ai popoli un ri-trovato senso di pace.

IN RELAZIONE AL PROGETTO GUIDA SOPRA DESCRITTO, AGGIUNGO ALCUNE CONSIDERAZIONI STORICHE SUL SIGNIFICATO DEL NUMERO 3, PRINCIPALE ELEMENTO GRAFICO ATTRAVERSO CUI ESPRIMO IL MIO PROGETTO, CHE SI POSSONO LEGGERE DI SEGUITO:

IL SIGNIFICATO DEL 3

Primo numero dispari, poiché l’uno non è considerato un numero, il tre è profondamente attivo e possiede una grande forza energetica. È il simbolo della conciliazione per il suo valore unificante. Infatti tanto il due separa quanto il tre riunisce.

È il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, ed è per questo considerato un numero perfetto. Il tre apre la strada della mediazione e permette di uscire dall’antagonismo, superando la visione parziale e riduttiva del dualismo, poiché due elementi non possono essere conciliati che con l’ausilio di un terzo elemento.

Gli antichi vedevano nel numero Tre il simbolo della perfezione. Dante sul numero Tre e suoi multipli costruì il poetico edificio della Divina Commedia

Nel Cristianesimo il numero Tre assume un duplice significato sia di “famiglia divina”, composta di Maria, Giuseppe e Gesù, sia di Trinità, nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Un riferimento al Tre c’è anche nella Luna, infatti viene descritta come triplice: piena, assente o parziale, metafora di vita, morte e rinascita.

Tre sono le Parche, le Furie, le Grazie, i re Magi

triplice è lo scorrere del tempo dal passato al presente al futuro, triplice il fondamento del principio generativo che, dall’unione del maschile e del femminile, origina un nuovo essere.
Il tre è universalmente un numero fondamentale. Esprime un ordine intellettuale e spirituale, in Dio, nel cosmo o nell’uomo. Sintetizza la triplice unità dell’essere vivente.

Tre regni: Vegetale, Animale e Minerale.

I tre piani antropologici dell’individuo

L’uomo a prima vista si presenta come un paradosso, poiché incarna la coesistenza di tre piani: fisico-biologico, psichico e spirituale. I Veda ci dicono che quest’ultimo è la vera dimensione del soggetto, ma finché esso è incarnato, a tutti gli effetti deve prendersi cura sia del corpo che della mente, oltre che naturalmente di sé stesso.

Ciascun vivente è infatti un essere spirituale, in sanscrito atman, che ha a disposizione due corpi interconnessi e interdipendenti: quello fisico e quello psichico; la maggior parte dei problemi sorge quando, preso da una sorta di allucinazione, si identifica con essi.

Tale errore provoca tutta una serie di confusioni, originate proprio dallo scambiare il corpo per il sé. Con-fusione significa infatti fondere insieme cose non omogenee.

Le tre problematiche della vita: conoscenza, condotta e governo

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